venerdì 10 giugno 2016

La fede

Come ho accennato in un altro post, la visione della vita di chi crede in Dio, cambia infinitamente. Avere fede non è qualcosa di astratto, un antidoto filosofico che fa alzare il morale oppure cambia semplicemente l'area del cervello dedicata ai pensieri; è uno stile di vita, è la consapevolezza dell'esistenza di un essere supremo che ci ama e ci consola, che nemmeno la morte può farci del male. Ecco perché lo stile di vita del cristiano cambia rispetto a quello di chi non crede in niente, o almeno ha una fede blanda. C'è chi pensa di avere fede solamente perché talvolta, soprattutto nei momenti difficili, si rivolge a Dio: per questi tali la fede rimane un antidoto ai loro mali. Una volta che le cose si sistemano, dimentica tutto e continua il suo stile di vita. 

Uno psicologo affermava che un apprendimento, lo studio, un'esperienza, sia bella che brutta, sono capaci di modificare permanentemente la connessione dei nostri neuroni, per cui anche il nostro modo di pensare e di affrontare la vita. In fondo dobbiamo pur ammettere che oltre alla scienza, anche la filosofia, il pensare umano, ha cambiato profondamente il corso della storia... Già, perché paradossalmente ciò che ha scritto la storia non sono solamente i numeri o le leggi scientifiche, ma pure il pensiero umano. Le grandi stragi si sono perpetrate in virtù di ideali propagati da un individuo e poi condivisi dalle masse. Certi modi di pensare si sono rivelati pericolosi, espansi tra gruppi e gruppi, hanno poi scritto e costruito gli scenari più belli o spaventosi della storia umana. 

Se quello psicologo aveva ragione a dire che lo studio, un apprendimento può cambiare la connessione dei nostri neuroni, è pur vero che siamo responsabili noi di ciò che diamo come cibo al nostro cervello. Noi possiamo decidere cosa leggere, cosa preferire; sicuramente lo studio è molto importante perché aiuta ad allargare gli orizzonti della nostra mente, ad analizzare i vari aspetti, a metterli a confronto e quindi a saperne trarre le conclusioni migliori. Infatti quando lo Stato desidera che il popolo non si ribelli a lui, pensa che lasciarlo nell'ignoranza sia il metodo migliore. Lo studio permette di sperimentare più punti di vista, di sapersi mettere nei panni degli altri, di non aver timore dei diversi punti di vista... e questo non è poco!

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