venerdì 22 novembre 2013

Nel sociale, combattenti dell'amore

I cristiani devono impegnarsi nel sociale, non devono nascondersi nelle Chiese, intese come edifici, per pregare solamente e intanto godersi la tranquillità. Il cristiano deve impegnarsi per rendere la vita migliore, deve in qualche modo sporcarsi le mani. Lo fecero tanti santi in passato, basti citare il famoso e stimato don Bosco che seppe conquistare alla sua epoca i favori del ministro dell'Istruzione per la sua azione profondamente umanitaria. Il cristiano deve impegnarsi nella politica, non può lavarsene le mani, per paura di essere giudicato da persone senza scrupolo che in realtà, tante volte, troppe, trapelano la loro ignoranza. Einstain aveva detto bene: più si sa e più si ha la consapevolezza di non sapere, di avere molto da imparare. Così dovrebbe essere il nostro atteggiamento: essere scolari di una vita che ha sempre da insegnarci qualcosa. Il vero sapiente è davvero colui che sa di non sapere.
Il cristiano, insomma, non deve seguire un politico perché simpatico, ma perché si fa fautore delle idee della Chiesa. Non deve arretrare in nome di quei “Patti Lateranensi”: abbiamo tutti il diritto di affermare le nostre idee, anche i Cattolici. Chi nega la libertà degli altri, nega la propria e afferma la sua più profonda ignoranza e tirannia, pure in un clima di democrazia come c' è adesso.

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