giovedì 5 settembre 2013

Eucaristia


Meditare sull'Eucaristia non esaurirà il discorso ma farà scaturire altre domande, tuttavia ritengo importantissimo affrontare alcuni interrogativi che la riguardano. Poco tempo fa mi capitò di assistere alla paraliturgia tenuta da un ministro straordinario dell'Eucaristia in sostituzione della santa Messa. Avevo ricevuto l'Eucaristia, ma mancava qualche cosa. Assistere alla Santa Messa è più completo. Essa è composta da varie parti che preparano a ricevere l'Eucaristia. L'Eucaristia è il perno della vita cristiana, è un sacramento istituito da Gesù Cristo stesso e ci permette di vivere ancor oggi della sua presenza reale.

Per capire la sua ragion d'essere, bisogna tornare indietro nel tempo, al momento in cui Gesù stesso stava celebrando la Pasqua ebraica nel cenacolo. Parte integrante della cena della Pasqua ebraica, era il sacrificio di un agnello per la remissione dei peccati. Gesù si dona come nuovo agnello, un agnello senza macchia, l'unico che possa offrirsi come sacrificio per i peccati dell'umanità intera. In quel momento Gesù celebra una nuova pasqua, quella cristiana, il passaggio dell'umanità dalla condizione di peccato a quella di santità. Questo passaggio deve assolutamente avvenire attraverso Lui. Nel vangelo questo è ricordato più volte con diverse espressioni. Si deve passare attraverso Lui per arrivare al Padre. Egli, infatti vede l'umanità attraverso l'immagine immacolata del Figlio. Gesù si dona al posto dell'agnello e usa due elementi frutto della terra e del lavoro dell'uomo per nascondere la sua presenza. Il Dio cristiano è il Dio nascosto. È difficile parlare di umiltà di Dio, perché di per sé Dio non può essere umile, eppure quando prende un corpo, si nasconde interamente, umilmente, in un involucro limitato che ha bisogno di cure, che sente dolore. Veramente il Dio cristiano è un Dio nascosto. Si nasconde in un corpo umano, nel dolore e nella morte per poi sfociare nel grande evento della risurrezione. È chiaro che Gesù, durante la sua vita terrena compì dei miracoli. La sofferenza dell'uomo lo spingeva ad avere compassione, non poteva rinnegare se stesso. Ognuno dà a seconda delle sue possibilità e Dio, si sa, è onnipotente. Gesù che voleva mostrare il grande amore del Padre, non poteva stare con le mani in mano. Il suo amore si rendeva tangibile mediante i miracoli. I miracoli, però, non erano il fine e lo scopo della sua venuta sulla terra. Egli mostrava semplicemente come l'amore di Dio agiva concretamente nel corpo e quindi nell'anima: il suo perdono, era un perdono effettivo e non delle parole dette a vuoto. La parola di Dio è efficace, non copre un sentimento falso. A volte noi umani pronunciamo delle parole che esprimono la parte superficiale di noi, si pronunciano tanto per dire, senza volerlo non raccontano ciò che abbiamo nel nostro interno. La parola di Dio è invece VIVA ED EFFICACE. Viva, non è parola morta, agisce. Così avvenne la sera dell'ultima cena di Gesù sulla terra. La sua parola aveva trasformato il pane e il vino in corpo e sangue suo. Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue. Non ha detto che erano simboli del suo corpo e del suo sangue. Questo è il perno del credo cristiano, tutto il resto ruota attorno a tale evento. Tutti gli altri sacramenti scaturiscono dal sacramento dell'Eucaristia. Ciò che accadde nell'ultima cena era l'anticipazione del sacrificio cruento che avvenne il giorno dopo sulla croce. E fu ai piedi della croce che nacque la Chiesa, irrorata dall'acqua e dal sangue scaturiti dal suo costato. Il centro del cristianesimo è ovviamente Cristo, perciò l'Eucaristia.

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