domenica 24 febbraio 2013

Ancora sull'Eucaristia


La santa Messa è un rito importantissimo che non si esaurisce con l'atto liturgico, ma si concretizza, si realizza nella vita con i fratelli, tanto che, originariamente, la formula finale in latino recitava così: “Ita, missa est”. L'ho detto tante volte, perché questi errori di traduzione mi hanno colpito. In latino non c'è la parola fine e, paradossalmente, rendeva più l'idea di ciò che era veramente la Messa: era la vita, il mischiarsi in mezzo ai fratelli... Questo pensiero deve essere fondamentale per il cristiano. Oltre a questo, volevo sottolineare un altro concetto. La condanna dell'uomo, ricevuta da Dio per il suo peccato d'orgoglio, mancanza di fede e superbia, prendeva corpo nella fatica dell'uomo nel lavorare la terra: “con fatica ti procurerai il cibo... lavorerai la terra...”, ebbene, Gesù sceglie proprio questo elemento affinché si compia la transustanziazione, e fa in modo che il frutto di quella condanna, sia invece benedetto e diventi il Corpo di redenzione. Il pane, elemento fondamentale di nutrimento: il chicco che marcisce sotto terra, esplode, muore e dà vita ad un germoglio che diventerà pianta. Il frutto di tale pianta sarà macinato, deve spargersi, non può rimanere chiuso in se stesso e così fondersi con l'acqua, altro elemento fondamentale per la vita umana. E poi il vino. Anche il vino è generato dallo schiacciamento degli acini, del frutto della vite. Bisogna trasformarsi: è vero che veniamo dalla terra, ma pur mantenendo questa natura, dobbiamo trasformare la nostra vita in qualcosa di fluido, di plasmabile. Pensiamo a che significato aveva il vino all'epoca di Gesù. Era fondamentale per le feste, il vino inebria, genera gioia ed è questo che deve prendere corpo nella nostra vita. Non dobbiamo dimenticare il vino della letizia durante le nostre liturgie. Spesso sorpassiamo troppi limiti: le nostre liturgie o diventano dei fenomeni da circo, spettacoli in chiesa, oppure troppo mesti, tristi, diventano dei funerali domenicali. Non deve mancare la gioia, assolutamente. Non possiamo vivere la messa come un funerale! È l'incontro con il Dio vivo e vero, che è risorto e torna, veramente, nell'ostia e nel vino che il sacerdote consacra. 
Gesù ha scelto questi elementi naturali, umili, frutto della terra, per insegnarci che l'Eucaristia deve celebrarsi nella quotidianità, usando gli elementi quotidiani per trasformarli in offerta.

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