martedì 2 agosto 2011

La croce è amore e salvezza

La croce e la sofferenza non sono fini a se stesse. Non è puro sadismo né tanto meno masochismo: siamo creati per la felicità e ad essa dobbiamo tendere. Chi vive già in questa vita le beatitudini e la pienezza della vita spirituale, pregusta già la gioia della vita eterna. Viviamo per amore: siamo venuti al mondo per un atto d'amore. La famiglia è una concretizzazione della vita trinitaria. L'amore fra i due coniugi è spirituale, coinvolge la mente, lo spirito ed anche il corpo: si materializza, prende corpo nel figlio, frutto dell'amore coniugale. La vita, perciò, è frutto di un amore. È da riflettere, però, come la vita nasca tramite la sofferenza. Il parto è infatti un atto molto doloroso: tanto tempo fa le donne (ancor adesso, in taluni casi) ci lasciavano anche la vita. Atto doloroso e pure rischioso... ma dà la vita ad un altro essere.
Tramite Adamo ed Eva la sofferenza è entrata nella vita dell'umanità: Dio, però, è la fonte della speranza: ciò che sembrava un castigo, Dio l'ha tramutato un mezzo di salvezza e un atto profondo d'amore, e perché l'uomo non si scoraggi, non ha tardato ad essere il primo a dare l'esempio. Sa che l'uomo è debole e il debito che aveva contratto con il peccato originale era immenso, impossibile a pareggiare con il sangue di tori e di capri... e nemmeno con la nostra stessa vita. No, lo dice un salmo stesso: “Non potrà mai bastare per non vedere la tomba”. La nostra stessa vita non sarebbe bastata: ci voleva il sacrificio di una vita veramente santa, immune da ogni peccato. Ci volle il sacrificio del Figlio di Dio. Non ci voleva null'altro.
La speranza di cui ci ha colmato Dio, è quella di donarci la sofferenza, cioè quello che sembrava essere un castigo, come mezzo di redenzione. E fu Lui, il Figlio di Dio che l'affrontò per primo: si sottopose alla più grande ingiustizia, mai più capitata... Sì, perché, non dimentichiamo che anche il più innocente bambino di questa terra, lo è sempre meno del Figlio di Dio.
Ecco, quindi, che Gesù abbraccia la croce, la bacia, l'accetta e la ama ardentemente, perché ama appassionatamente l'umanità e la vuole portare all'innocenza originaria. La croce diventa strumento di salvezza ed espressione più alta dell'amore...

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