sabato 19 marzo 2011

La carità supera la giustizia

Ho riflettuto molto su questo. Ritorno alla vicenda di Chiara Badano e alla sua domanda: "E' giusto che muoia a 17 anni?"
La risposta è "no", ovviamente! Non è giusto...perché, consentitemi questo, alcuni vivono in perfetta salute fino a 90 anni e hanno di che lamentarsi. No, non è giusto che alcuni abbiano più salute di altri! Non è giusto, non possiamo dire il contrario, e dobbiamo avere il coraggio di ammetterlo senza temere terremoti nella nostra anima! Dovete sapere che per lo Stato esiste un elenco di patologie gravi "grazie" alle quali ci si può assentare dal lavoro per più tempo superando la soglia comune del licenziamento o simili... Ebbene vi dirò che chi appartiene a quelle categorie (è stato provato) è più presente al lavoro rispetto a chi è più sano (mollo come una panissa!) e che si abbatte e lamenta per mali passeggeri....
No, non è giusto!!! Non è giusto che il Giappone abbia subìto il terremoto e che nello stesso tempo, qualcuno stia male perché ha fatto indigestione o sia in crisi perché non sa dove passare le vacanze!
E' con questo "non è giusto" che avviene la crisi, la rottura nel cuore dell'uomo... Il suo cuore va in crisi, comincia a mettersi in discussione e si trova di fronte ad un bivio....
Ogni decisione dovrebbe mettere in crisi l'uomo, almeno quelle serie! La carità è la leva che fa superare la giustizia umana. Solo essa può superare quella fatidica esclamazione che è chiaramente insita nel cuore umano: "non è giusto!" 
Quando la giustizia cade, continua la carità...che fa dire "è giusto perché è volontà di Dio".
Ecco perché Dio permette che nella vita delle anime che ama accadano tante cose per cui debba esclamare "non è giusto!", perché l'anima cominci a scegliere non solo la giustizia, ma la carità.
Dio permette malattie e sofferenze anche nella vita di chi è lontano da Lui per dargli l'opportunità di fare quel salto di qualità. Essere malato non vuol dire essere subito santo: anzi, uno potrebbe allungare il purgatorio o addirittura dannarsi con la stessa malattia di colui che, grazie ad essa, è volato in Paradiso. Perciò, attenzione ad associare sofferenza e santità, il discorso di Cristo non è stato questo.

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