sabato 27 novembre 2010

La Comunione

Come ho già detto altre volte, la Santa Messa rimane il momento più importante della mia giornata. Tempo fa ho fatto mie le parole di sant'Agostino, perché le ho sentite e vissute profondamente. "Fame e sete ho di te, mio Signore". Sì, posso affermare di aver sentito fame e sete di Dio. Mi è sembrato di vagare nel deserto, assetata e affamata di Eucarestia... Poi il Signore ha tolto la sensibilità di esse ma il mio cuore ha ugualmente desiderato unirsi costantemente a Lui. Ultimamente ho vissuto la Messa e nel mio cuore sono nate alcune considerazioni, sono ovviamente personali. Ho sentito il Signore vicino, anzi vicinissimo ma, allo stesso tempo, santo. Durante la Messa, entriamo nel mistero eucaristico gradualmente, prima attraverso la proclamazione della Parola, poi nell'offerta del pane e del vino ed infine nella trasformazione in Corpo e Sangue di Cristo. Ho sentito il Signore vicino a me , ma il mio spirito si è soffermato sulla frase che disse il centurione romano e che anche noi ripetiamo: "Signore, non sono sono degno di partecipare alla tua mensa, ma dì soltanto una parola ed io sarò salvato!"
Vero, nessuno è degno, solo il Suo perdono, il suo Amore ci rendono degni di partecipare alla Sua mensa. Solo la Sua Parola ci rende santi e ci permette di accostarci alla Sua mensa. Altrimenti non ne saremmo degni. Questo passaggio mi ha fatto riflettere sul come si prende la Comunione. Ormai la pratica della Comunione presa in mano è diffusissima, ma io non riesco più. Lo sento vicino, vicinissimo, entra nella mia vita, ma mi pare che questa pratica Gli dispiaccia. E' vero, Gesù era un uomo ma era anche Dio. Mi sembra quasi che ci contraddiciamo dicendo che non siamo degni e poi lo arraffiamo per il collo... Non so...

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