lunedì 5 luglio 2010

Moschea sì, moschea no. Argomento scottante qui a Genova che scuote le coscienze dei cittadini, cattolici e non. Anche nella chiesa, ci sono opinioni discordanti. È occasione di riflettere su questo, perché ogni avvenimento va accolto criticamente. Criticamente non vuol dire accusare, porre freno immediatamente. Criticare, come forse ho già ricordato in un altro punto del blog, significa mettersi in discussione. Certo, questo termine ha ormai assunto il significato di “dire male di una cosa o persona”, ma il suo significato vero non è questo. Criticare è un atteggiamento positivo, non possiamo infatti accettare in modo passivo ciò che ci accade, per non essere dei pecoroni. Riflettendo, penso che la cosa non dovrebbe più di tanto spaventarci. In fondo le chiese qui a Genova, sono per lo più vuote, le Messe sono diminuite perché non più frequentate. Allora, se siamo così atei, cosa c'interessa, se viene costruita una moschea in città, visto che c'è anche un tempio israelitico? Che cosa spaventa di più i cittadini? In fondo, se un cattolico è convinto della propria fede, non lo deve toccare più di tanto la costruzione di un luogo di culto di un'altra confessione religiosa. A Roma, infatti, esistono già vari luoghi di culto senza che essi diano problemi. Non vedo quali rischi possano esistere per i cattolici che disertano così facilmente le celebrazioni domenicali. È anche vero che nelle zone dove la religione prevalente è quella musulmana, non possiamo aprire Chiese Cattoliche. Verissimo e non è uno degli atteggiamenti più giusti, perché noi cattolici non escludiamo di certo coloro che a nostro avviso sono degli infedeli e non seguono i Comandamenti di Dio. La Chiesa Cattolica mantiene una certa apertura, non riconosciuta da molti, accusata com'è di chiusura. Gesù ha cercato i peccatori, coloro che sono infedeli, non aveva paura di perdere la propria fede. Non per questo abbiamo il diritto di vendicarci non lasciando aprire delle moschee o assumere il loro atteggiamento. Gesù non ha insegnato ad agire così. La tolleranza cattolica, però non deve intaccare il nostro credo. Dobbiamo essere fermi in esso... e riempire le nostre chiese. Dimostrare così la nostra fede e non impedendo agli altri di aprire i loro luoghi di culto, se non danno fastidio. Un conto è se attentano alla nostra incolumità e sono pericolosi socialmente parlando. Allora i genovesi devono domandarsi come mai si oppongono così tanto....

1 commento:

Anonimo ha detto...

Se coloro che si oppongono alla costruzione di una moschea fossero di numero equivalente a quelli che frequentano le chiese cattoliche allora queste ultime la domenica sarebbero piene. Ma siccome sono vuote,significa che lo spirito non c'entra. I problemi potrebbero essere altri.Ad esempio...Il contesto genovese:in che rapporto si pongono gli islamici con il territorio in questione?C'è il pericolo che tale moschea possa diventare un centro di collegamento per gli eventuali estremisti? Sono solo alcuni degli esempi...
Ciao,
andrea.