martedì 29 giugno 2010

La seconda parte dell'ave Maria

Nella seconda parte dell'ave Maria, la Chiesa c'insegna a domandare alla Madonna di pregare per noi peccatori. Chiaramente, la preghiera, come spesso ho detto, non deve limitarsi ad essere un elenco vuoto di parole, di richieste, o essere concepita come un dovere a Dio. La preghiera, quando tende alla perfezione, deve diventare un bisogno per l'uomo, certo, non per ottenere solamente cose materiali, o anche spirituali, ma per lodare, ringraziare Dio per tutti i doni che ci ha fatto, doni gratuiti, di cui Egli non chiederà mai nulla in cambio e che ci concede esclusivamente in grazia della sua misericordia onnipotente. Ogni parola deve sgorgare dal cuore, sorgente di ogni sentimento. Quindi, quando preghiamo la Madonna con l' ave Maria, dobbiamo esser convinti di aver bisogno della preghiera della Madre di Dio, perché siamo peccatori, veramente. Non dobbiamo pronunciare quella parola in modo meccanico, ma assimilarne il contenuto, credere profondamente che siamo peccatori. Infatti, anche se non cadessimo in grandi peccati, se Egli ci lasciasse senza il Suo aiuto, cadremmo nell'abiezione più totale. Peccatori: abbiamo bisogno dell'aiuto di Dio e dobbiamo implorarlo, perché i poveri, lo ha proclamato Gesù, sono veramente beati. Chiediamo, perciò, alla Madonna di pregare per noi: adesso, nel momento presente perché non tutto ci è chiaro, la nostra mente, per quanto sia intelligente, non ha una visione totale delle cose, degli avvenimenti, nell'ora della nostra morte, momento molto importante che decide in modo assoluto del nostro destino eterno. Siamo così sicuri di meritare il Paradiso?

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