martedì 4 maggio 2010

La vita cristiana non è alienazione!

La ricetta della santità era leggermente ironica e voleva un po' scherzare sull'opinione un po' distorta che hanno di noi cristiani che ci vorrebbero tutti santi in un solo colpo...Per questo ho voluto scherzare, visto che nel "mondo" è molto importante il titolo di studio...
Va bene, passo a scrivere su ciò che mi ero prefissata.

Esempi di vita? Tanti! Il male fa rumore: il bene è silenzioso ed esiste, anche nella gioventù d'oggi, così tanto criticata...Gioventù che con il loro bene attirano alle loro tombe, folle di pellegrini sconfortati, alcuni senza fede, tombe che, ancor prima di suscitare pietà, suscitano ammirazione, mettono in discussione, fanno tremare le coscienze.

Un esempio: Mario Filippo Bagliani. Ne ho già parlato su questo blog, ma qualcosa me lo ha fatto ritornare alla mente. Quel "sogno" di qualche anno fa...Quell'anima biancovestita venutami incontro, sebbene non si sia presentata, ho vari indizi per pensare che sia quella di Mario Filippo. La sua esperienza di vita mi ha colpito molto: pure io come lui, in varie riprese, anche se in modo differente mi sono scontrata e successivamente incontrata con il dolore. Non puoi ignorare il dolore, non si può nascondere la testa sotto la sabbia. Pensavo che fra le braccia dei miei genitori non mi sarebbe accaduto mai nulla, ma a 10 anni il dolore ha bussato alla porta dlla mia vita e tra la costernazione dei miei familiari, ho dovuto far accomodare questo inquilino che dapprima ho odiato perché aveva fatto piangere mia mamma e poi ho imparato ad accettare ed infine ad amare.

Cioè, non era la prima volta che il dolore entrava nella mia vita, ma un conto è quando entra per poi uscire, un altro è quando entra stabilmente e prende il nostro corpo come dimora e provoca una crisi di valori...perché la tua vita non è più quella di prima! Così accadde a Mario Filippo...Mario Filippo crebbe senza padre che perse quando aveva appena 3 mesi. Tutto sommato la sua vita fu comunque serena, nonostante la grande nostalgia del padre.

Il dolore bussò anche per lui, definitivamente e irrevocabilmente, a soli 18 anni e aveva le sembianze e il nome di "melanoma", tumore maligno della pelle, il quale aveva già portato alla tomba suo padre quando aveva appena 29 anni.

Dapprima si pensava ad un semplice linfonodo, ma l'altalena di speranza vissuta con trepidazione da Mario Filippo e la sua famiglia, terminò definitivamente nel gennaio del 2002. Mario Filippo non riesce a farsene una ragione, anzi, piangerà disperato tra le piante brinate del parco, vicino a casa sua...Lo sentiranno anche i vicini che commenteranno con tristezza: "Piangeva come un animale colpito a morte"

Il dolore non è facile da accettare per nessuno.

Mario Filippo era un ragazzo come tanti altri...

Anch'io ho visto ragazzi come lui, soffrire, ma sapersi innalzare sopra di esso e poter affermare: "Sono contento!" E il dolore aveva le sembianze della morte. E quel dolore non ha mai traghettato queste anime indossando le pantofole, ma ha annientato il corpo fra sofferenze indicibili...

Comodità? No, è amare la vita e avere il coraggio di viverla fino in fondo, anche se assume le sembianze ineludibili del dolore. Mario crebbe nella fede fino a desiderare di entrare nell'eternità. Questo desiderio non era affatto ispirato dalla voglia di fuggire dalla vita...Egli accettò il dolore e non cercò affatto di sfuggirlo! Sfiorò sei mesi di vita, un'eccezione per i malati di melanoma, e, quando fu assalito da sogni orribili che lo tentavano nella fede e i dolori si fecero insopportabili, accettò le cure palliative che lo avrebbero sollevato dalle sofferenze e lo avrebbero traghettato con dolcezza nell'eternità. Cure palliative, non eutanasia...Di fronte alla vigliaccheria di tanti, fa pensare l'atteggiamento dei familiari di Mario Filippo che, prima di affidare il figli a queste cure, interrogarono i medici e domandarono loro se con ciò avrebbero abbreviato la sua vita!! Incredibile? No! Dove non arriva il coraggio umano, arriva la grazia di Dio.

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