domenica 23 agosto 2009

Nella predica

Penso che il male della società, soprattutto occidentale, sia quel non riuscire a dare un senso alla sofferenza che, nonostante tutti gli sforzi possibili, l'umanità non riuscirà mai ad eliminare completamente. Troppo salutista, troppo insicura e quindi ricercatrice di sicurezze terrene ed affettive, come l'essere compatita dagli altri. Il compatimento non serve proprio a nulla se non ad appesantire l'animo e volgerlo sempre di più ai beni della terra e...piegarlo alla tristezza.
Il cappellano stamattina nell'omelia, sottolineava come anche tra i cristiani cattolici di oggi, ci sia una fede labile...Il Vangelo stesso di oggi diceva questo. Infatti molti seguivano Gesù, ma tanti di questi non credevano e, dopo le parole dure di Cristo, decisero di andare via. Non tutti i cristiani credono.

Il cappellano ha poi riflettuto sul fatto che la fede che si proclama oggi, oltre ad essere come quella che piantarono Gesù, è fondata soprattutto sulle cose materiali e non sull'eternità. Il discorso della morte provoca tanta paura, anzi terrore, anche fra i cosiddetti cristiani di oggi. Ma noi dovremmo essere testimoni di speranza e di amore e non di paura e terrore...e quindi di tristezza.

Il discorso del cappellano mi ha fatto riflettere. Tanti seguono o interpretano il Vangelo a loro modo, omettendo abilmente ciò che li turba e ostacola la loro corsa al piacere...Nessuno, come allora, è presente ai piedi della Croce del Signore, ci si scandalizza, oggi più di allora. Non ci sono più punti fermi nemmeno fra i cristiani: Cristo sì, Chiesa no.... Ma tante visioni, anche pubbliche, hanno rivelato quanto Dio soffra ancora per i grandi peccati dell'umanità contro la vita e l'abuso di libertà. Ed ancora...quanti santi furono spronati da Gesù Cristo all'obbedienza alla Chiesa? Tutti, tanti...ma non si sono mai sognati di andare contro la Chiesa anche se li ha fatti soffrire molto...La fedeltà si prova con il fuoco, non con il cuscino pieno di piume. E tanti ancora adesso fuggono...e ....speriamo che all'ultimo momento della loro vita non fuggano loro stessi dalla visione di Dio, eternamente. Sì, fuggono dalla Chiesa perché li scomoda, li sprona ad una vita diversa da quella che vivono.

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