domenica 8 febbraio 2009

Uscire da me stessa

E' il secondo giorno in cui ad Eluana è stata sospesa l'alimentazione. Questo mi provoca tanta sofferenza, soprattutto dopo quel sogno che feci quest'estate.
Anche il cielo piange: si vedono le lacrime brillare alla luce dei lampioni giallognoli, la quale come un ventaglio si allunga, si espande nel viola della sera.
Una vita che si spezza a metà, come un esile stelo di un fiore che ha espanso i suoi profumi attorno a sé e la sua fragranza aleggerà dolcemente nei ricordi i quali rimarranno vivi in coloro che le sono stati accanto.
Sullo sfondo di questa notizia tragica di cui la trama è composta da sofferenze di più persone, senz'altro anche di chi ha domandato la fine della vita di Eluana, il mio pensiero si sofferma sul senso della vita, sul suo valore così profondo. Amo intensamente la mia vita, ci sono certi momenti in cui il mio cuore scoppia di gioia. La vedo in relazione con il suo Creatore come la sposa del Cantico dei Cantici. Anche nella mia vita ci sono stati momenti difficili in cui il vento si è compiaciuto d'insinuarsi tra le foglie provocando un turbinio che stordisce, portando nuvole nere che, tonanti, hanno riversato il loro folle pianto in un rovescio violento, proprio come questa sera; ma ciò che affiora alla superficie della mia anima, sono i momenti più sereni e semplici che hanno ritmato la mia esistenza come il respiro che le dà vita. Anche la pioggia serve a rinverdire i prati, così come il vento per trasportare lontano le spore e i semi e fecondare la terra; la stessa cosa è la sofferenza nella mia vita, dopo essa, c'è stata sempre una rinascita. I momenti più belli? I campi coltivati che correvano a perdifiato ai lati del nastro scuro della strada e che lasciavamo dietro la nostra automobile...i prati verde smeraldo della terra piemontese...e poi ancora il mare scintillante come un infinito specchio al tocco leggero e caldo del sole e i fiori di San Remo che ondeggiavano ridenti al mare che, di fronte a loro, si estendeva e nel quale sembravano volersi tuffare per irrorarsi e sentire le gocce indugiare sui petali...
Ricordo anche le mattinate a scuola, chiusa nell'aula riempita dalla luce del neon, bianca e opaca, dalla cui finestra si vedeva il cielo cinerino che, assieme al freddo intenso, sembrava presagire l'arrivo della neve. Infatti, ecco , dopo un po', volteggiare i candidi fiocchi che formavano un bianco tappeto in cui gli stivali affondavano scricchiolando...ed era subito festa!
Sono ricordi puri e semplici. La mia vita si è intrecciata con altre formandone una trama...vite altrettanto importanti, preziose. Ecco che la mia felicità brilla sul sorriso degli altri, su una parola pronunciata per sdrammatizzare momenti difficili, sul loro starmi accanto, su un dialogo che mi ha entusiasmato.
Il ritenere importante la mia vita fa sì che ritenga speciale quella degli altri e mi aiuta a considerare l'altro non come una minaccia o una pietra d'inciampo ma come un alter ego che soffre, che vive...Spesso si ha timore della virtù dell'altro, soprattutto nelle comunità, che l'altro venga lodato o considerato più di noi...Ma che cos'è in fondo il giudizio umano di fronte a quello di Dio? Di fronte a Dio non si può apparire ciò che non si è e quindi sarebbe meglio essere sinceri anche con gli uomini e non aver paura di mostrare la propria debolezza. Il fatto è forse che abbiamo timore di noi stessi, ci si scandalizza di alcune debolezze. Come diventa quindi importante uscire da me stessa, non pensare più di tanto alla perfezione personale, ed accorgermi di colei che mi sta accanto, dei suoi dolori, e perché no? cercare di comprendere il suo modo di ragionare per poter scusare...

1 commento:

fra Vincenzo ha detto...

Carissima, purtroppo andiamo semprè più incontro ad una società degradante. La vita è un optional... per molti la sorte di Eluana e di quanti come lei (e in Italia sono tantissimi) è solo la morte immediata. Se da un lato abbiamo abolito la pensa di morte, in qualche modo, da un'altro, la vogliamo rintrodurre e i molteplici discorsi insistenti ne vogliono essere segno. Anche la liturgia odierna ci dice che questa sofferenza non dipende da nessuno, ma bisogna rimettersi in gioco per riamare perché tutti ammalati dal virus del non amore. Un caro saluto